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Fin dai tempi dell'Università la Storia della Medicina mi ha sempre interessato ma la mia vera passione è esplosa non molti anni fa quando ho cominciato a trovare ed a raccogliere qualche antico strumento. Spesso questi oggetti erano malridotti: arrugginiti, tarlati, non più funzionanti ma con un po' di pazienza, con l'aiuto di mia moglie e di qualche gentile restauratore molti sono stati salvati. Gli utensili medicali antichi sono spesso rudimentali e assomigliano più a strumenti di tortura che a presidi medico-chirurgici; oggi attraverso il loro esame si può constatare quanto empirica fosse l’arte medica e quanto i dogmi e le superstizioni condizionassero il comportamento dei medici, dei chirurghi e degli speziali del tempo passato. L’evoluzione della medicina è stata pressoché immobile fino a circa 150 fa; sino ad allora si pensava che le malattie fossero dovute alla presenza di "cattivi umori " nel corpo dell'ammalato, era perciò necessario "farli uscire" ricorrendo ai soli rimedi ufficialmente riconosciuti: il purgante, il clistere e il salasso. Le siringhe di stagno e le lancette da scarificazione erano la dotazione di base dei chirurghi-barbieri e degli apotecari di allora, i medici invece non si sporcavano le mani con gli strumenti, si limitavano a formulare diagnosi in latino attraverso l'esame delle urine e del polso citando Ippocrate e Galeno. Il binomio medicina - magia (valido purtroppo anche ai giorni nostri) aveva originato folle di ciarlatani che avevano un grande seguito anche perché non creavano più danno dei medici dell'epoca anzi spesso ottenevano migliori risultati . L'empirismo medico ha portato all'uso di una grande varietà di sostanze quasi sempre prive di attività farmacologica ( es. benzoar) se non addirittura pericolose e tossiche (arsenico, mercurio, antimonio). Anche in epoca abbastanza recente, con la scoperta dell’elettricità e della radioattività si è pensato di riattivare “l’energia vitale” somministrando all’ammalato scariche elettriche o peggio ancora, consigliando pozioni radioattive (fortunatamente poi abbandonate). Sul web è possibile trovare molti siti che trattano in maniera approfondita e qualche volta simpaticamente ironica tutti questi argomenti.
La collezione non segue un criterio logico: raccolgo gli strumenti man mano che li trovo con una preferenza per quelli ostetrico-ginecologici e per quelli legati all’elettricità e alla ciarlataneria medica (quack machines ). Purtroppo in Italia è difficile trovare materiale di questo tipo, molto del mio proviene dall’estero; i motivi sono due: l’indifferenza per la cultura scientifica e la burocrazia. L’indifferenza ha fatto si che moltissimo materiale sia andato disperso o distrutto. La burocrazia impedisce a me e ad altri collezionisti di recuperare il vecchio materiale sanitario abbandonato negli scantinati; questo è destinato a essere eliminato perché considerato rifiuto speciale, deve quindi essere inventariato e smaltito con una prassi tutta particolare (e con grandi costi) anche quando non è assolutamente nocivo. Un giorno mi è stato rifiutato l'acquisto di un vecchissimo tubo a raggi X, molto raro e interessante che è stato poi inviato alla discarica speciale perché era un oggetto < potenzialmente pericoloso e certamente radioattivo!!!!> Ecco come l’ignoranza e la burocrazia vanno a braccetto. All’estero sono invece molti i collezionisti sia privati che istituzionali che raccolgono e si interessano di apparecchiature scientifiche e medicali. Io spero con questa pubblicazione di stimolare la curiosità di qualcuno e di invogliarlo ad iniziare un piccolo personale museo.La
datazione degli antichi strumenti medico-chirurgici non è cosa semplice, spesso
ci si deve affidare all'approssimazione cercando aiuto in antichi testi di medicina,
in vecchi cataloghi di strumentazione medico-chirurgica, nelle pubblicazioni del
web, e… non ultimo nell’intuizione. I
criteri da me seguiti sono: 1)
la
destinazione d’uso dello strumento A
parte quelli di uso generale, gli antichi strumenti hanno per lo più
una funzione e una collocazione ben precisa, questo permette a volte di
risalire al periodo in cui venivano usati. 2)
il
nome, la data di nascita e di morte dell’inventore I
vecchi cataloghi e i numerosi siti web possono essere di grande aiuto; esistono
anche cataloghi moderni: Antique Medical Instruments, Etains Médicaux, Histoire
Illustrée des Etains Médicaux ecc. che
permettono di risalire al nome dell’inventore tuttavia la data di nascita o di
morte non sono elementi completamente affidabili perché alcuni strumenti sono
stati fabbricati ed usati anche molto tempo dopo la scomparsa di colui che li ha
progettati . 3)
il
nome del fabbricante, il luogo di produzione e il numero del brevetto (se
esiste) Sugli
strumenti metallici o sugli astucci è possibile a volte rilevare il nome del
fabbricante o del negozio, il numero e la data del brevetto. 4)
il
materiale con cui è costruito lo strumento Il
materiale è un elemento molto utile per determinare una datazione. Partendo dalla considerazione che l’asepsi si è diffusa (in modo non omogeneo) solo dopo la metà del 1800, tutti gli strumenti chirurgici con parti di osso, di avorio, di legno o di gomma indurita sono in linea di massima anteriori a quella data in quanto non potevano essere sterilizzati con la bollitura pena la loro distruzione; anche i pistoni delle prime siringhe tipo Pravaz costruiti in cuoio sono anteriori a quella datazione. Metalli Il
peltro e lo stagno, materiali facilmente lavorabili, sono stati molto usati fin
dal 1500 soprattutto per la costruzione di siringhe e di irrigatori; il loro uso
è durato sino ai primi anni del 1900 (vedi Eguisier). I
metalli preziosi: gli strumenti in oro, platino o argento erano usati prima dell’asepsi
perché si pensava che questi metalli impedissero le infezioni chirurgiche, causate
secondo le credenze di allora dalla degradazione e ossidazione dei metalli non
nobili. Il Maillechort (argentana) è una lega formata da rame, nichel e zinco; messo a punto da due ricercatori francesi Maillot e Chorier attorno al 1820 è stato usato per molto tempo per strumenti medicali come speculum, spatole e sonde; ha un aspetto molto simile all'argento ed ha una bassa ossidabilità. Tutti
gli strumenti in ferro grezzo non placcato, sono quasi certamente anteriori al
1840. Charrière,
grosso produttore di strumenti chirurgici francese cominciò a placcare i suoi
strumenti con oro, argento o platino attorno al 1840. La
nichelatura è stata introdotta attorno al 1870 mentre la cromatura è più
tarda, verso il 1910 –1915. Vari tipi di acciaio sono stati utilizzati per gli strumenti chirurgici a partire dal 1895, l’acciaio inossidabile è stato usato attorno al 1920. L'alluminio all'inizio del 1900, prima della sua larga diffusione con l'estrazione elettrolitica, era un metallo raro e prezioso; i pochi strumenti fabbricati con questo metallo come gli stetoscopi erano molto costosi. Avorio,
legno, gomma e vari materiali. L’avorio e l’osso sono stati usati soprattutto come abbellimento dei manici di strumenti chirurgici molto raffinati, a volte vere opere d’arte; questi strumenti ormai rarissimi sono generalmente databili attorno al 1700 sino agli inizi del 1800; anche il legno, usato per lo stesso scopo ma su strumenti più poveri è stato usato sino all’inizio dell’asepsi. L'
avoriolina La
gomma indurita mediante la vulcanizzazione ( hard rubber) è stata anch’essa
usata soprattutto per costruire i manici degli strumenti; ha avuto un notevole
successo attorno al 1830-40 e il suo utilizzo è continuato anche negli anni
successivi. La
gomma elastica è stata usata per la costruzione di sonde, di perette, di
soffiatori pneumatici, di tettarelle soprattutto a partire dalla seconda metà
dell’ottocento. La
celluloide, inventata nel 1872 da John Wesley Hyatt ha conosciuto la sua massima
diffusione attorno al 1885-90. La
guttaperca è stata introdotta attorno al 1850 e il suo uso è durato sino agli
inizi del 1900. La bachelite sintetizzata da Leo Baekeland nel 1907, è servita per la costruzione di astucci e contenitori o parti di strumenti dal 1920 circa al 1950.
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